Attenzioni per contribuire a limitare la diffusione del Coronavirus Covid-19 in ambito ottico e optometrico

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Oltre alle indicazioni generali delle Autorità e considerata l’assenza di specifiche indicazioni nazionali per la pratica di ottici e optometristi, si riassumono alcune indicazioni come contributo a un’attività in equilibrio tra sicurezza per tutti gli attori coinvolti e la necessità delle persone per i dispositivi ottici. 

Oltre alle indicazioni pratiche, mi paiono molto importanti le riflessioni di Gilberto Corbellini (storico e filosofo della medicina) per capire meglio prospettive e dinamiche della pandemia: 

Le indicazioni che seguono non sostituiscono in alcun modo le indicazioni delle Autorità competenti (ad esempio reperibili QUI), solo le integrano per il setting specifico di ottica e optometria. Non sono emanate da un’autorità (se non indicato), ma sono una raccolta di consuetudini, strategie che ciascun operatore mette in atto secondo proprie conoscenze e giudizio, e sotto propria responsabilità. I centri ottici sono attività vigilata dal Ministero della Salute.

Con il DPCM attivo dal 12.03.2020 i centri ottici sono considerati servizi di prima necessità, come comprende facilmente chi ha un dispositivo ottico significativo e lo ha rotto e non ne ha uno di riserva o deve cambiarlo o fare la manutenzione. Pertanto i centri ottici possono rimanere aperti e offrire il proprio servizio. La polemica pubblica di alcune persone sul fatto che centri ottici non siano “veri” servizi di prima necessità ha trovato una risposta diretta nelle repliche e - appunto - negli atti del Governo che hanno identificato i centri come prima necessità. Inoltre, questa indicazione nel DPCM ha rimediato al rischio di sanzioni per un centro ottico che aprisse (in caso di serrata quasi totale) anche solo per una necessità indispensabile di una persona. 

Vari atti normativi indicano e impongono le necessarie cautele. Una circolare 02.02.2020 è riportata QUI e si rivolge ai "lavoratori a contatto con il pubblico" ma è precedente alla dichiarazione di emergenza e alcuni DPCM sono successivi. Più in basso un link per indicazioni per il Documento di Valutazione del Rischio per i lavoratori. 

Non pare siano stati emesse in Italia indicazioni specifiche per i centri ottici (a differenza di altri stati, con indicazioni concentrate sull’eventualità critica dell’incontro con persona malata), pertanto si presume valgano le indicazioni e limiti della normativa generale. Si ricordi che la Sanità in Italia ha anche disposizioni specifiche che possono variare a base regionale o locale. 

Il centro ottico ha peculiarità ben differenti di un qualsiasi negozio. Circoscrivendo l’analogia del National Health Service inglese, che accomuna i centri ottici a farmacie, si può considerare che le farmacie si confrontino con popolazione a maggior rischio (più frequentemente malati), mentre il centro ottico abbia più frequente contatto diretto (ad es. per le lenti a contatto e per l’esame visivo ma anche per gli occhiali) con persone probabilmente in condizioni di salute ma non sempre, dato che l’esigenza visiva è molto diffusa nella popolazione generale e la totalità delle persone anziane. 

Attualmente, le scelte della maggioranza degli operatori paiono convergere su un equilibrio tra offerta di servizio indispensabile, tutela della salute di tutti con minimizzazione del rischio come indica la normativa: apertura per un orario minimo e per necessità precedentemente concordate via telefono tra persona e centro ottico; rinvio di ogni attività rinviabile che implichi attività sulla persona a <1m. Il setting medio di centro ottico probabilmente non permette una completa applicazione delle varie cautele necessarie, pertanto è frequente gli operatori scelgano la completa chiusura del centro.

Aggiornamento 09 (non aggiornato dal 4 marzo! consultare altre fonti!)

  • Distanza minima 1 metro. Mantenere la distanza durante le varie attività. Evitare il "contatto stretto”.
    • Mettere in evidenza un’indicazione (alcune associazioni hanno già predisposto un cartello) per evitare di dover segnalare la cosa ad ogni singola persona ed evitare incomprensioni.
    • Durante la scelta di montature e lenti non dovrebbe essere difficile mantenere tale distanza (per altre tecniche si veda sotto).
    • L’autorità raccomanda al gestore di adottare "misure organizzative per consentire l’accesso con modalità contingentate o comunque idonee ad evitare assembramenti di persone” (ad es. facendo entrare una o poche persone alla volta).
  • Mani: oltre al frequente lavaggio delle mani ampiamente consigliato, sospendere le strette di mano, abbracci, contatti ravvicinati, ecc.
    • Il saluto e un sorriso dovrebbero essere sufficienti per condividere la necessità di una cura minimale in questo periodo più critico del consueto.  
  • Lavaggio mani: oltre al consueto lavaggio con acqua e sapone, le soluzioni alcoliche sono considerate efficaci per virus e batteri reperibili comunemente o preparate in farmacia (ad es. con la formulazioen consigliata da OMS/WHO); 
    • ci sono souzioni alcoliche più liquide (non gel) che funzionano meglio per la pratica delle lenti a contatto: attenzione che le mani siano assolutamente asciutte altrimenti l’alcol è molto irritante e citotossico se va a contatto con l’occhio attraverso l’applicazione di Lac. 
  • Guanti: Per maggior cautela usare i guanti  (senza talco, e come di consueto dopo il lavaggio mani) per le applicazioni di lenti a contatto in persone in condizioni di rischio aumentato come in genere.
  • Lavaggio e disinfezione superfici: soluzioni apposite con derivati del cloro sono efficaci, come anche l’alcol isopropilico (detto anche alcol bianco), in soluzione al 70% è considerato di buona efficacia e danneggia meno plastiche e vernici (info CDC) o anche soluzione alcol/acqua (le farmacie possono indicare/proporre varie formule).  I coronavirus “possono persistere su superfici inanimate come metallo, vetro, plastica fino  a 9 giorni, ma possono essere inattivati con procedure di disinfezione di superficie con etanolo/alcol al 62–71% (OMS evidenzia che la soluzione con acqua ha efficacia superiore),  perossido di idrogeno allo 0.5% o ipoclorito di sodio allo 0.1% entro 1 minuto. Altri agenti battericidi come cloruro di benzalconio allo 0.05–0.2% o clorexidina digluconato allo 0.02% sono meno efficaci.” (studio)  Ricordare che alcol è infiammabile e non deve essere presente in quantità nei centri per motivi di rischio incendio.
    • Varie soluzioni e salviette usa-e-getta per pulizia e disinfezione sono disponibili per pulire e disinfettare le superfici con cui la persona va a contatto (frontale, mentoniera, appoggi agli strumenti, piano di lavoro per le lac, ecc.), costo circa 0,05€/cad. per le salviette usabili anche su lenti.
  • Lavaggio e disinfezione strumenti a contatto con la persona: come sopra, per montatura di prova, punti di contatto sul riunito, piano di lavoro, occhiali in prova, ecc. 
    • Occhiali da pulire & disinfettare dopo ogni prova/uso. Purtroppo, non è ben determinato quale sia la procedura con migliore equilibrio tra tutela / danneggiamento del materiale / applicabilità.
    • Una procedura alternativa e comune in setting di maggior rischio relativo ma che pare plausibile per le necessità attuali, è il rivestimento con pellicola trasparente (di comune reperimento) delle parti degli strumenti a contatto con il soggetto, rivestimento da cambiare ad ogni uso dello strumento/soggetto. 
  • Parafiato e mascherina per tecniche a breve distanza. Attività a distanze inferiori di 1m dalla persona sono vietate dalle vigenti indicazioni dell’Autorità. A distanza >1m nel centro ottico sono possibili alcune attività fornitura dispositivi, riparazioni dispositivi, ecc. Per le tecniche che necessariamente sono a <1m rimangono necessarie tutte le attenzioni e la valutazione se sia davvero necessaria e inevitabile l’attività: 
    • uso della LaF (<1m): preferire l’uso del monitor invece dell’osservazione agli oculari e usare il parafiato consueto (da pulire a fine giornata), ma viste le ridotte distanze si consiglia anche la mascherina.
    • uso dell’interpupillometro (<1m) ha un parafiato (la portellina sotto) ma è preferire usare altre tecniche che mantengono maggiore distanza o anche la mascherina. 
    • dopo il lavoro sulla persona (<1m) ad es. per la registrazione occhiali e prima della persona successiva, lavarsi le mani. L’uso generalizzato della mascherina in questo caso è una cautela limite, talvolta considerata eccessiva ma essendo <1m è consigliata.
    • Le mascherine protettive (virus e batteri) per il portatore sono tipo FFP3 (o FFP2 con minor grado di protezione, classificazione UE) e sono sia usa e getta che riusabili (dovrebbero costare circa 1€/cad.), spesso con valvola (vedi nota di seguito!). Invece, una mascherina del tipo chirurgico o per PM (anche N95 classificazione Usa) o FFP1 senza valvola ha principale efficacia per evitare che la persona diffonda il proprio aerosol, queste potrebbero essere quelle sufficienti per esaminatore e soggetto durante ogni attività a breve distanza in assenza di infezione (costi 0,20€/cad.). Le maschere con valvola (ad es. FFP3/2) lasciano uscire l’aerosol del portatore non filtrato, pertanto il portatore dev’essere “sano" in un ambiente a probabile contaminazione, ma non proteggono persone/ambiente dall’aerosol del portatore, pertanto non vanno usate in ambiente generico. Mascherine con filtrazione specifica sono protettive per l'operatore in presenza di significativo rischio, ma sono considerate superflue per un uso generale a "distanza sociale" dal soggetto (vedi i limiti per i modelli con valvola sopra). La durata di una mascherina prima che sia gettata dipende dall’uso, dall’accumulo dell’umidità; sono indicate 8h o se si inumidisce per il monouso, ma si veda alle indicazioni del produttore.
    • La mascherina dovrebbe essere fornita all'esaminato e usata per esame visivo e applicazione Lac anche in tutte le condizioni in cui il soggetto ha sintomi delle vie aeree, idem per l'esaminatore (in condizioni medie, non in presenza di epidemia/pandemia come l'attuale da coronavirus che implica superiori cautele).
  • Uso lenti a contatto non sterili: alcune Lac di prova non possono essere sterilizzate, si consiglia di rinviare tutti i controlli non indispensabili e di procedere alla disinfezione approfondita nei pochi casi inevitabili.
  • Soggetti con arrossamento congiuntivale E disturbi respiratori: sono considerati a maggior rischio.
    • il solo arrossamento congiuntivale non è indicatore per sé di infezione da Covid-19, si consiglia comunque cautela ed invio al SSN (al riguardo ci sono opinioni/procedure poco definite). In ogni caso dubbio si consiglia di rinviare l’attività.
  • Gestione dei rifiuti: indicazioni dell’ISS per persone in quarantena o contaminate e in genere 

Attualmente, le scelte apparentemente più comuni e nell’ambito delle indicazioni dell’Autorità, sono: 1) Rinvio di tutti i controlli visivi e applicazioni di Lac non davvero indispensabili; 2) Minimizzazione di ogni interazione nel centro, ad esempio aprendo l’attività con una persona a rotazione per raccogliere o per la sola consegna dei lavori effettuati; 3) Procedure igieniche indicate nella corrente normativa. 4) Tenere in vista le indicazioni aggiornate delle Autorità.

Specifiche indicazioni riguardo il Documento di valutazione dei rischi DVR per i centri ottici, a cura di Federottica QUI.

Tutte le informazioni sono soggette a rapidi aggiornamenti e precisazioni, pertanto si verifichi presso le Autorità. 

Info e indicazioni delle Autorità italiane: 

Info e indicazioni internazionali: 

CDC (USA)  -  indicazioni specifiche CDC   

Indicazioni specifiche per ottica e optometria:

Ricordare alle persone la differenza tra un rischio statistico e una relazione deterministica. 

  • In condizione di rischio statistico - come è il rischio di contaminazione con coronavirus Covid-19 - la contaminazione può accadere ma non è prevedibile bene se e/o quando e/o come. Pertanto, anche se può sembrare sul momento che le varie cautele non abbiano effetto o siano eccessive, mettere in evidenza che tutte le cautele indicate sono necessarie, perché è difficile/impossibile stimare l’effetto con le proprie sensazioni o conoscenze.
  • Invece in una relazione deterministica, una causa o un atto porta direttamente a un effetto; ma non pare questa la situazione, a meno che molti fattori di rischio si sommino, portando a una probabilità molto alta, “quasi” deterministica di una conseguenza.

Con i sistemi a base alcolica (alcol etilico o alcol isopropilico) sincerarsi che le mani siano assolutamente asciutte prima del contatto con la persona! (Ad ogni modo, evitare ogni contatto non indispensabile).


©Anto Rossetti