Lo studio scientifico dimostra...

Sulla dimostrazione scientifica si sono scritte dotte disquisizioni e sono reperibili facilmente, non ho conoscenze per aggiungere nulla. Mi pare importante solo ricordare che i vari studi, i vari esperimenti, tendono a raccogliere evidenze, non strettamente "prove". Grazie a varie evidenze, che si ripetono in condizioni diverse e con il lavoro di persone diverse, ci si avvicina a una prova (e servono più dei tre indizi che facevano una prova secondo l'ispettore Poirot di Agatha Christie).

Mi piace rilanciare innanzitutto una bella riflessione dal Blog di Alessandro Farini: http://www.riflessioniottiche.it/2013/08/un-test-logico-molto-interessante/

Poi mettere in evidenza che correlazioni (l'associazione tra due variabili: al calare di una cala anche l'altra o viceversa) che talvolta sono invocate come prova, secondo salde riflessioni scientifiche possono essere in gran parte ingannevoli, se non false; insomma non sono prove. L'esempio di sopra spiega perché è necessaria una "prova-del-9" come si diceva un tempo, un esperimento (possibilmente randomizzato per molte condizioni di interesse optometrico e ripetuto da ricercatori indipendenti). Perché una correlazione non implica una causa (o causazione). Si veda qui, ad esempio o qui o anche qui e ancora qui. Più ragionevolmente, la correlazione è uno spunto per approfondire l'argomento. Ci sono esperti che hanno evidenziato - scientificamente, ma in modo ovviamente polemico - una correlazione tra il possesso del forno a micro-onde e il divorzio. Dovrebbe essere chiaro che tale correlazione (che ci può ben essere) non implica una causa, perché la causa può essere altrove: ad es. che chi usa abbastanza quel tipo  di forno può avere una vita più frenetica, e magari è questa la condizione che porta a minore relazione affettiva con il partner che infine genera le condizioni per un divorzio; ossia la causa è la vita frenetica, il forno è solo un'aspetto incidentale... Varie altre correlazioni spurie qui.

L'uso di concetti scientifici potenti e importanti come la correlazione, dev'essere accompagnato da attenzione critica. Ad es. in relazione alla miopia, negli ultimi anni, sono comparse numerose correlazioni, ma nessuna risolutiva. Alla fine rimane il concetto che miopia ha causa multifattoriale. Non si è trovata la causa che se rimossa evita che la miopia inizi o progredisca, né quella che lasciata, anzi accentuata, genera ancor più miopia. Pertanto, non è corretto, né onesto, affermare che si è in grado - generalmente parlando - di bloccare la miopia con "questo o quel" trattamento. Quel che si può fare è ridurre la progressione a circa 0,20D/anno quando è superiore (ad es. 0,75-1D/anno. Considerando 10 anni la differenza ipotetica è 8D (da 2D a 10D) e non è poco (se tutto va bene). 

Riguardo la scientificità vanno citate anche le riviste predatorie, quelle che propongono pubblicazioni (persino indicizzate in seri elenchi come Scopus) o convegni anche qui in Italia (di recente a Roma, sulla miopia). Queste riviste sedicenti "scientifiche", invece di valutare che l'articolo sia ben fatto, chiedono all'autore di pagare per partecipazione e pubblicazione. 

Link e interessanti osservazioni QUI sul sito dei ricercatori italiani (Roars).

Ancora lunga la ricerca di evidenze e di relazioni, con attenzione.


©Anto Rossetti