Sergio Villani, una buona parte dell’optometria italiana  

Sergio Villani se n’è andato. Questo intende essere un caro saluto, ma per chiarire il titolo, sono costretto ad alcune premesse. 

Avevo incontrato Sergio Villani agli inizi del mio percorso di optometria, a Lozzo di Cadore. Non lontano dall’Istituto statale di Ottica di Pieve di Cadore (attivato nel 1960, qualche anno dopo quello di Roma), a fine degli anni 1970 iniziò le proprie attività il "Corso di formazione professionale a qualifica di Optometrista" della Regione del Veneto (simili corsi erano attivi in altre regioni, Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Puglia, Campania, ecc.). Si noti che le Regioni rilasciavano formale qualifica di optometrista (molti colleghi sono ben in attività). Pertanto chi dice che non esiste la qualifica di optometrista o definisce gli optometristi “sedicenti”, o è ignorante o in malafede o tutt’e due; idem per chi dice che gli optometristi sono “apparsi" solo dopo il 2001, cioè dopo l’attivazione in Italia dei corsi di laurea in Ottica e Optometria. E’ una storia di evoluzione, e come sempre è complessa.

Si parlava di optometria già all’inizio del XX secolo in Italia, ma poi l'ambito si concentra soprattutto sull’ottica, lo impongono le priorità di guerra. Chi poteva studiare in quegli anni andava all’estero (Germania e Inghilterra). Finalmente, tra gli anni 1960-70 optometria inizia con alcuni percorsi formativi. A Vinci inizia le attività di quello che ora è l’IRSOO per volontà di Vasco Ronchi (a lui sarà poi intitolato) e con la direzione di Sergio Villani (qui Rolando De Pascale lo spiega). L’altra realtà è a Milano e ne parlano con cura in un volume i colleghi dell’Acofis. Va detto che Milano e Vinci sono due scuole optometriche diverse e talvolta in opposizione. So che semplifico troppo e chiedo venia: si può dire Vinci più attenta a fondamenti, strumenti ed effetti delle lenti; Milano più orientata alla parte clinica, dal metodo OEP al Visual training. 

Forse il Veneto si posiziona in modo intermedio. Ente gestore del corso di Lozzo di Cadore era l’Unione Regionale Veneta Ottici e Optometristi (URVOO, tuttora attiva). Giuseppe De Stefani era stato studente nel primo corso di optometria a Vinci con Villani e trasportò in Cadore l’entusiasmo per organizzare il corso veneto. 

Distintivo Optometrista URVOO (1984?)

Il corso della Regione Veneto era biennale a tempo pieno, per 1560 ore di lezioni e laboratori e 28 esami (10 propedeutici, 18 d’indirizzo) e il programma prendeva a modello quello di Vinci. I laboratori erano normalmente aperti al pubblico e lo screening massiccio di scolari era una realtà quotidiana. Periodicamente Villani veniva in Cadore a far qualche lezione, e talvolta anche il prof. Vasco Ronchi, già molto anziano. 

Corso URVOO Anto 1 low
Corso URVOO Anto 2 low

Piano di studi del Corso di formazione professionale a qualifica di Optometrista, biennio 1982-84 (dagli archivi della Regione del Veneto, Direzione formazione, 2010)

Nasce in quel contesto cadorino anche l’Ordine Accademico Optometristi Veneti, e pochi sanno che certi oggetti “OAOV" erano di Vinci, dato che la sigla era proprio la stessa. Da vari anni OAOV non è più attivo che io sappia.

OAOV logo da Caorle Lunardelli

dizionari generali accolgono il termine di optometrista nel 1984. Questo dovrebbe chiarire che per dare “vita sociale” a una professione, non basta un giorno, non basta una persona, non basta una pubblicazione: serve un lungo e condiviso impegno. Gli occhiali ce lo ricordano: non esiste l’inventore ma un insieme di “energie" che hanno condiviso, coltivato, sostenuto questo specifico saper-fare. Non esiste una rivoluzione definitiva, anche se ci sono momenti importanti. Altro aspetto da ricordare: ottica e poi optometria, sono autonome da sempre, almeno dal XIII secolo. La Medicina si oppone agli occhiali fino al XIX secolo. Le differenze e anche le ostilità tra le due categorie sono quindi lontane e, purtroppo, credo non si risolveranno facilmente. Comunque non c’è dubbio, come stabilisce tuttora la legge: occhiali e lenti sono degli "ottici", da sempre.

Altro ricordo vissuto sono i libri di Villani. Ho usato soprattutto quello arancione come si nota. Optometria, azzurro in vari piccoli volumi è del 1970. L’Ottica anatomo-fisio-patologica è di oltre 700 pagine, è del 1979 e con la prefazione del direttore della Clinica oculistica di Pisa, A.M. Wirth. Credo il cambio di nome sia stato una concessione alla diffusione, ma chissà.

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In quegli anni l’elettrofisiologia è un tema attuale e Villani pubblica nel 1983 Fisiologia della visione ed elettrofisiologia, sempre per le pubblicazioni dell’Istituto di ottica e optometria di Vinci, e ringrazia Lucia Ronchi in Rositani, figlia di Vasco e in carriera universitaria, per i contributi sul tema.

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Due pagine e in centro la copertina del volume Fisiologia della visione ed elettrofisiologia di Villani.

Il tema mi era parso intrigante, e come lavoro di tesi di diploma del corso di optometria cadorino (relatrice Chiara Limonta), scelsi l’Elettro-oculografia, realizzando le misure con un elettrocardiografo modificato, che proprio Villani aveva donato all’istituto cadorino. Ho dovuto un po’ lottare con le correnti ambientali spurie (alimentazione a 50Hz); ringrazio ancora compagni (Massimo Frizzarin, Pietro Gheller, Mauro Gobbi) che son quasi certo sono stati “cavie” per i test e il faticoso posizionamento di elettrodi con il collodio, per la determinazione dell’indice di Arden dell'EOG. Anche oggi l’elettrofisiologia è essenziale per la diagnostica delle degenerazioni retiniche ma per l’optometria è un tema un po’ più lontano.

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Alcuni tracciati EOG dalla mia tesi di diploma, 1984

Non ho traccia del mio incontro con il prof. Villani alla sede del Corso di laurea in optometria all’Università di San Marino. Va ricordato che in quei tempi  l’università italiana era/pareva un monolite inespugnabile e conservatore.  L’apertura di un corso di laurea in optometria all'estero San Marino fu un tentativo che sfortunatamente durò poco (ebbe, se non erro, persino un intervento contrario di Giulio Andreotti, ministro degli esteri, 1983-89). Io mi ero appena laureato in optometria in Porto Rico-Usa (1987) e cercavo lavoro come docente. Ricordo una bella giornata all’Università di San Marino con aule pronte, ma anche il prof. Villani che mi comunica che a breve il corso sarebbe stato chiuso.

Dopo vari anni, l’avevo rivisto al Convegno AIOC del 2018 e qualche cara battuta toscanaccia non me l’ha risparmiata (“Rossetti? non eri uno dei peggiori...”)

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A destra il prof. Sergio Villani, il sottoscritto a sinistra (2018).

Insomma, il prof. Villani ha mostrato in vari modi la sua dedizione alla causa dell’optometria. Ancora un saluto e grazie.


©Anto Rossetti